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“Museo Storico Provinciale” e “Riserva Naturale di uso multiplo” Guillermo E. Hudson

Ubicata a metà strada tra la città di Buenos Aires e La Plata, nel dicembre 2001 con la legge provinciale 12.584 si dichiara la “Riserva Naturale di uso multiplo” (circa 54 ettari) in omaggio al grande naturalista Guillermo Enrique Hudson, nato in questo stesso posto, allora chiamato come la piccola estancia “I 25 Ombu”, nel 1848.

Museoparque Hudson

Con la creazione delle “Riserva” si propongono due obiettivi principali.

Il primo è di educare e di generare uno spazio di riflessione e partecipazione e servire come un complemento ai programmi di studio scolastico. La “Riserva” ispira rispetto e amore per la natura, così come influenzò lo scrittore durante tutta la sua vita. Hudson ha lasciato una testimonianza fondamentale sia per la flora e la fauna, sia per la precisa descrizione dell’uomo di queste campagne e del paesaggio del secolo XIX. Hudson è stato non solo un importante uomo di scienza, il primo ornitologo argentino, ma anche il primo etologo conosciuto. Fino alla apparizione di Hudson i naturalisti si limitavano a descrivere i comportamenti degli animali, egli tentò per la prima volta di dare spiegazioni razionali a ciò che stava osservando. Ispirò la prima legge di protezione sugli uccelli e la creazione della Royal Society for the Protection of Birds (RSPB).
La seconda importante funzione della “Riserva” è la conservazione ambientale. La “Riserva” appartiene alla classe delle “Riserve Urbane”, noma che definisce zone naturali relativamente piccole, ubicate in zone urbane o limitrofe. Nelle riserve si possono osservare i processi naturali e socio culturali, generando nuove abitudini tra gli abitanti vicini. Dentro la Riserva Hudson scorrono due torrenti, con almeno 20 specie di pesci diverse; sono state identificate più di 200 specie di vertebrati e uccelli migratori e più di 200 specie di piante vascolari tra native e esotiche. Esiste un bosco nativo di Tala (Celtis tala), la zona di steppa della pampa, pantano e pascolo. Dal punto di vista del paesaggio si distaccano le “collinette” che definiscono la “Pampa Ondulada”.

In particolare, la provincia di Buenos Aires è il settore dell’Argentina che ha sofferto di più l’azione umana e già dal XVI secolo si osserva una distruzione della flora locale dovuta all’attività agricola e di allevamento di bestiame. In epoche più recenti l’industrializzazione, l’urbanizzazione e l’inquinamento hanno contribuito al degrado dell’ambiente naturale. Lo stesso possiamo dire della fauna, e in parte urbana maggiore, ci si scontra direttamente con le problematiche sociali di migliaia di abitanti, molte in condizioni precarie e sotto la soglia della povertà. L’urbanizzazione anarchica e l’occupazione di terre sono alcuni dei problemi che circondano la riserva. Solo grazie allo sforzo costante di volontari e delle autorità si è riusciti a non far distruggere la riserva stessa.

La storia della creazione della Riserva illustra perfettamente lo sforzo e la lotta sostenuta per andare contro gli interessi di attori diversi in una zona molto richiesta. Fin dal 1929, Fernando Pozzo, un medico di Quilmes, innamorato e studioso dell’opera di Hudson, riscopre il posto e immediatamente forma una società di amici con i quali recupera la costruzione natale dello scrittore. Nel 1949 il visconte Davidson e sua sorella donano alla provincia di Buenos Aires 4 ettari di terra perché siano dedicati al Museo e Parco storico. Nel 1954 l’ambasciatore del Giappone Masao
Tsuda, presidente dell’Associazione Hudsoniana di Tokio, si adopera per proteggere la zona da intrusi illegali. Nel 1975 la provincia crea ufficialmente il Parco e Museo Hudson. Dal 1991 la gestione passa alla professoressa Violeta Shinya, che riesce a convogliare diverse donazioni per l’ampliamento della riserva e infine nel 1996 ottiene diestendere la Riserva agli attuali 54 ettari. Più di 70 anni di sforzi di singole persone, della provincia e a livello internazionale hanno dato i loro frutti. La casa natale dello scrittore è stata completamente recuperata e trasformata in museo; ancora ci sono gli ombu con più di 200 anni ed è stata creata una biblioteca, in primo luogo per raccogliere e diffondere l’opera di Hudson nelle sue diverse edizioni, in diverse lingue e poi successivamente ampliata (15.000 libri!) per servire come biblioteca alla gente e sopratutto ai ragazzi della zona.

Riserva Hudson

La visita: l’entrata alla Riserva è gratuita; i fine settimana si organizzano visite guidate per turisti, mentre durante la settimana si accolgono principalmente gruppi scolastici. Si possono percorrere diversi ambienti naturali come boschi, prati, praterie, due fiumi con oltre venti specie di pesci, pascoli dove si rifugiano diverse specie di animali, soprattutto uccelli. Paesaggisticamente ha conservato le forme della cosiddetta Pampa Ondulata, su cui sorgono dei piccoli prati. Visitare la riserva permette di entrare nella pampa così come lo faceva Hudson, partorito in aperta campagna, che genererà un’opera formidabile come scrittore e come naturalista con un’anima ecologica ante litteram. Durante la prima settimana d’agosto comunità indigene che vivono nella zona, celebrano nella Riserva la festa della Madre Terra (Pachamama). La Riserva è una vera e propria oasi naturale e culturale, un faro di educazione e speranza in una zona altamente degradata.

Un eccellente complemento a questa attrazione sono altri siti interessanti nei pressi della Riserva, come le rovine del Convento di Santo Domingo (XVIII secolo), la Cappella degli Scozzesi (XIX secolo) e le zone di produzione agricola, che permettono di addentrarsi nei costumi rurali della sua popolazione e di acquistare prodotti naturali.

http://museohudson.gov.ar/

texto de Marcelo Montenegro Museo storico Provinciale e riserva naturale ad uso multiplo Guillermo E.Hudson