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Movimento Nazionale di Fabbriche Recuperate – MNER

MNER
“Occupare, resistere, produrre” è lo slogan di questo movimento che raggruppa da 100 a 180 imprese recuperate in tutta l’Argentina nelle quali lavorano più di 10.000 persone.

Buenos Aires

Per la giurisdizione della città di Buenos Aires, il MNER ha promosso e ottenuto l’approvazione di una legge sull’espropriazione delle fabbriche o imprese fallite, che prevede che i lavoratori che occupano le fabbriche abbiano “la tutela” per un periodo di due anni. In questo modo viene fornita una copertura legale all’espropriazione e il tempo per organizzarsi.

Il MNER ha come principale obiettivo quello di aiutare e guidare le imprese che iniziano il processo di recupero. La fase iniziale è infatti la più difficile, piena di incognite, di lunghi tempi di occupazione, mancanza di entrate, eccetera. Il MNER fornisce un aiuto di tipo legale, condivide esperienze di altre fabbriche, crea contatti; inoltre nelle possibilità dell’organizzazione si mobilita per facilitare la ripresa della produzione e organizzare i lavoratori, se sono disponibili anche con aiuti di tipo monetario: “esiste un accordo d’onore tra le varie imprese che si recuperano – dice Luis Aravena del MNER – perché anche noi siamo stati aiutati.” Uno dei problemi più gravi è quello dei debiti ereditati dalla gestione precedente e la difficoltà di incorporare personale qualificato. Anche per questo motivo e per rafforzare il movimento è stato firmato un accordo con l’università di Buenos Aires per organizzare corsi di formazione professionale in settori come amministrazione, marketing, informatica etc.

Visitiamo due imprese recuperate, la Cooperativa IMPA che produce lavorati d’alluminio e l’hotel Bauen.

La cooperativa IMPA è stato il primo caso di occupazione-recupero dentro la città di Buenos Aires. Dal 22 di maggio del 1998 è gestita dagli stessi operai con la solidarietà delquartiere. Con l’aiuto di Guillermo Robledo, un compagno che donò la prima tonnellata di alluminio, fu fatta riprendere la produzione della fabbrica. Un punto di forza della storia del recupero della IMPA è aver creato vincoli e alleanze con entità esterne, di aver fatto conoscere la propria attività e di collaborare con altre associazioni. Una prima attività teatrale nei locali della fabbrica recuperata, promossa de una professoressa di teatro, dette iniziative portarono alla creazione del Centro Culturale della IMPA. Durante il fine settimana parte della fabbrica si converte in sala di spettacoli dove si può ascoltare musica, vedere opere di teatro, danza o film; si organizzano anche mostre, corsi e seminari su temi culturali. Recentemente si è anche aperta una scuola per adulti con programmi e diplomi riconosciuti, frequentata da vari operai della fabbrica stessa.

Horacio Campos, che lavora nella IMPA dal 1968, ci accompagna a visitare la fabbrica e ci trasmette il grande orgoglio nel vedere la produzione che continua aumentando, la capacità di autogestione e la mancanza di un “padrone”. Chiaramente mantenere la fabbrica aperta e funzionante richiede uno sforzo contino, nel settore della produzione, promozione e vendita. Chiama l’attenzione la mancanza d’applicazione di norme di sicurezza come utilizzo di guanti, occhiali, maschere, un sistema di aerazione degli ambienti; esistono piani pensionistici e di salute in parte autofinanziati.

L’hotel Bauen è un hotel emblematico della città di Buenos Aires, costruito dal governo militare per i mondiali di calcio del 1978. Lo caratterizza una storia di finanziamenti fraudolenti, chiusure, riaperture, fallimenti, fino alla chiusura definitiva il 28 dicembre 2001. Dal marzo del 2003 un gruppo di lavoratori dello stesso hotel lo ha occupato ed è in attesa della risoluzione di varie questioni legali per abilitarlo nuovamente e
aprirlo al pubblico.

Coperti dalla legge sulle espropriazioni del Governo della città di Buenos Aires e nel proseguirsi di svariate azioni legali, gli impiegati del Bauen hanno ottenuto per il momento la custodia del hotel, ma non il permesso di sfruttarlo commercialmente. In realtà affittano alcune sale per eventi puntuali e hanno aperto un bar, anche se solo in maniera ufficiosa (i giovedì sera e durante il fine di settimana si danno spettacoli di tango, spettacoli teatrali e musicali). In attesa di un finanziamento di circa 130.000 dollari che dovrebbe essere messo a disposizione dello stesso governo della città, queste attività svolgono comunque l’importante compito di garantire una manutenzione minima e una funzione di sorveglianza dei locali senza la quale l’edifico cadrebbe in una situazione di abbandono totale.

Durante la nostra visita ci fermiamo nel bar, parliamo con alcune persone che fanno parte del gruppo di occupazione, visitiamo i saloni e le camere. Il panorama è un poco desolante: le 200 abitazioni, che si ripartono su 19 piani sono vuote e in parte smantellate, danno un’idea di un fasto passato e soprattutto un contrasto forte con le motivazioni, le ideologie e la tenacia delle persone che attualmente lo stanno occupando.

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