La provincia di Misiones
Misiones è la provincia circondata dal Paraguay e dal Brasile nella parte nord est dell’Argentina. Le cascate di Iguazu, situate all’estremo nord sono le più maestose del sud America. Il nome Misiones deriva dalla storia delle missioni gesuitiche che furono create in queste terre tra il 1696 e il 1760.
L’ecosistema originario è la foresta subtropicale che rimane intatta in alcune zone come il parco nazionale di Iguazu e nel parco provinciale di Moconà, mentre nel resto della provincia le piantagioni di pini e altre varie coltivazioni, hanno stravolto il paesaggio e l’ecosistema. I popoli originari di questa zona sono i Guaranì. Le comunità Guaranì continuano a vivere emarginate mentre il loro habitat naturale, ovvero la foresta, è stato decimato. Alcuni gruppi vivono vicino alle città con tutte le conseguenze che ciò implica dal punto di vista della loro cultura ed economia. Questa zona dell’Argentina fu colonizzata da ondate in successione di genti di origini diverse che ancora oggi conservano la loro identità grazie all’isolamento nel quale vivono. L’economia di questa provincia si fonda sulla produzione del tè e dell’erba mate e sullo sfruttamento del legname. Il turismo è una risorsa molto importante visto che le cascate di Iguazù sono il luogo più visitato dopo Buenos Aires dell’Argentina.
Parco Nazionale di Iguazú
Il parco è formato da 275 cascate d’acqua che raggiungono gli 80 metri d’altezza; queste cascate sono alimentate dal fiume Iguazu. Visitare il parco è molto semplice, con sentieri facilmente fruibili da tutti e ben segnalizzati. Non occorre la guida. Durante due giorni percorriamo gli itinerari inferiori e superiori e andiamo fino alla cascata chiamata gola del diavolo. Ci rechiamo sull’isola di San Martin e percorriamo il sentiero Macuco. Abbiamo anche la possibilità di fare una gita con il battello per avvicinarsi alle cascate oppure una passeggiata ecologica sull’altra riva del fiume (opzionale). Passeggiata sul lato inferiore: Circondati dall’immensa foresta tropicale approfittiamo di una vista spettacolare sulla parte inferiore delle cascate. Scendendo dal sentiero verso la punta Peligro, si può navigare sul fiume fino all’isola di san Martin. Al ritorno passiamo dalle cascate Dos Hermanas, dove approfittiamo di un bagno rinfrescante nell’enorme piscina naturale che vi si è formata alla base. Passeggiata sul lato superiore: Da questo lato abbiamo une vista totalmente diversa sul paesaggio. Visitiamo di nuovo le cascate Dos Hermanas, di Bossetti e di Chico e compiamo un ulteriore passo in direzione dell’imponente cascata della “gola del diavolo”. In questo luogo, l’acqua cade da 70 metri di altezza. Siamo sorpresi dal frastuono assordante dell’acqua, attenuato solo in parte da dense colonne di vapore acqueo atomizzato dal permanente impatto con le rocce. La Gola del diavolo: Vi si accede per mezzo del treno delle cascate alla stazione “Gola del diavolo”. Da qui camminiamo fino ad una vicina passerella che collega alcuni isolotti. Percorriamo 1100 metri fino aalle terrazze poste a ridosso della “gola del diavolo”. L’isola di San Martin: E’ possibile giungere all’isola di san Martin grazie a gommoni che si prendono dal circuito inferiore. Da qui si apre une vista panoramica della gola del diavolo, della Ventana e della cascata di San Martin. Il sentiero Macuco: Questo sentiero da trekking è une delle uscite classiche degli amanti della natura. Esso permette di accedere ad una cascata di 20 metri in mezzo alla foresta. Diventa una meravigliosa opportunità per conoscere la foresta ed osservare la sua fauna e flora, discosti rispetto alle più frequentate passerelle.
Le missioni dei gesuiti
I padri missionari appartenenti alla compagnia di Gesù arrivarono al seguito dei conquistadores e entrati in contatto con la popolazione indigena adottando un proprio metodo di evangelizzazione. I territori più interessati da tale fenomeno furono il sud del Brasile e del Paraguay, a nord delle cascate di Iguazu. Perseguitati da cacciatori di schiavi (i paulistas) i gesuiti ed intere tribù di guaranì dovettero scappare e attraversare il corso del fiume Paranà: passando dalle cascate di Iguazu arrivarono alle attuali province di Misiones.
I gesuiti organizzarono i guaranì in comunità che al loro culmine ospitavano fino a 4000 persone. Furono costruiti dei villaggi, con una pizza al centro con la chiesa; intorno le abitazioni per le famiglie e per i capi guaranì che facevano rispettare le regole e gli ordini dei missionari, oltre a scuole e laboratori artigianali. La musica ed i rituali erano d’importanza strategica poiché consentivano di scandire la vita quotidiana con i ritmi e la sensibilità guaranì.
Le missioni riuscirono ad ottenere un livello di organizzazione economica e di prosperità tali da generare l’invidia dei conquistadores spagnoli installati sul territorio per i quali queste rappresentavano una minaccia. I conquistadores erano infatti costretti a far ricorso alla forza per assicurarsi la manodopera degli indigeni. Nelle missioni si fabbricavano grandi quantità di strumenti musicali il che alimentò un commercio interno ed esterno.
La potenza economica delle missioni fu sicuramente una delle ragioni per le quali i gesuiti furono espulsi dalle colonie, dapprima dalla Spagna poi dal Portogallo, che ne dichiararono illegali la presenza e parte delle loro attività. Nel 1767 i gesuiti furono espulsi, le missioni distrutte e gli indigeni rimasero abbandonati a se stessi. All’inizio del 20° secolo le rovine di queste missioni furono riscoperte poi parzialmente recuperate dalla foresta tropicale. Oggi le rovine evocano il sentimento di trovarsi di fronte ad un’esperienza assolutamente unica nella storia dell’evangelizzazione.
Le comunità guaranì
Con il proposito di arricchire l’esperienza della visita alle Cataratas de Iguazu, proponiamo un brevissimo excursus sulla cultura e sulla storia della zona, e in particolare la visita alle comunità Guaranti di Yryapu e Fortin Mbororé.
Gli abitanti originari della zona sono i Guaranì, una popolazione che abitò tutta la parte di selva e foresta tropicale dell’America Latina, un immenso territorio che va dall’Argentina settentrionale fino alla Colombia. Esistono diversi gruppi culturali di Guaranì, le popolazioni che vivono a Misiones sono Mbià guaranì. Questo gruppo si diffuse nell’area fra l’Argentina e il Brasile nella zona della foresta pluviale; una foresta non fitta e rigogliosa come la selva amazzonica, ma altrettanto ricca di piante, animali ed uccelli. Come tutti i gruppi Guaranì erano divisi in comunità seminomadi. Venivano creati dei villaggi che rimanevano stanziali in una zona per alcuni anni, dopodiché si spostavano in un’altra area prima che le risorse naturali si esaurissero completamente e fondavano un nuovo villaggio. Le loro principali attività erano la caccia e la raccolta dei frutti del bosco. L’agricoltura e l’allevamento erano praticamente sconosciuti.
La storia della colonizzazione di Misiones è molto complessa ed ha attraversato diversi periodi. Con la conquista arrivarono gli Spagnoli e i Portoghesi, i Missionari gesuiti e, infine, l’immigrazione europea dell’ultimo secolo. I primi conquistatori schiavizzarono e perseguitarono la popolazione Guaranì, quasi al punto da provocarne l’estinzione. I missionari gesuitic organizzarono dei villaggi chiamati “Riduzioni”, modificando la loro forma di vita nomade per forzarli alla pratica dell’agricoltura e per evangelizzarli. Infine i latifondisti e i coloni usurparono e occuparono le loro terre. I Guaranì furono quindi costretti a cambiare radicalmente la propria forma di vita e organizzazione economica. Oggigiorno la maggior parte è relegata in comunità stanziali alle periferie delle città e dei paesi, resistono solo alcune comunità in remote zone di foresta. Venuta meno la possibilità di mantenersi con la caccia e la raccolta di bacche e radici, (anche perché, non potendosi spostare, si trovano di fronte ad un rapido esaurimento delle risorse disponibili) la sola possibilità di sostentamento è di lavorare come manodopera oppure di vendere artigianato, sempre condizionati dalle politiche assistenzialistiche di turno.
Da alcuni anni le due comunità che vivono nella zona di Puerto Iguazu sono state coinvolte nella crescente attività turistica della zona. Si tratta di due casi emblematici dove, nel caso di Fortin Mbororé, l’iniziativa nasce nel 2002, dall’innovativa proposta di una agenzia di turismo di organizzare un percorso culturale dentro la comunità. Mentre nel caso della comunità Yryapu, una ONG argentina ha iniziato un progetto di formazione di guide al turismo comunitario, chiamato MATE.
Come si può notare anche dai programmi di viaggio, l’offerta turistica delle due comunità si presenta al visitatore quasi della stessa forma: il percorso è organizzato con le stesse modalità, le informazioni culturali sono uguali. Di fatto le due comunità si trovano situate una di fronte all’altra separate solo da una strada e in entrambi i casi la struttura della organizzazione interna dipende da una assemblea comunitaria. Le decisioni si prendono principalmente in forma consensuale e il “cachique” è il garante che compie anche il ruolo di amministratore. Le informazioni sulla storia e la cultura che vengono date ai turisti sono accordate dall’Assemblea.
E’ comunque importante la differenza tra la proposta di una agenzia di viaggi e un progetto dove l’iniziativa e tutta l’organizzazione dipendono soltanto dalla comunità. Non è facile poter arrivare a conoscere gli accordi con cui le comunità si regolano al loro interno. Proponiamo ai nostri turisti di visitare entrambe le comunità e di arrivare alle proprie conclusioni personali su questo che si potrebbe definire come un “caso di studio di turismo comunitario”.
Cooperativa Rio Paranà
La Cooperativa Río Paraná offre uno spazio comune per lo stoccaggio, l’elaborazione di prodotti agricoli e animali, macchinari che possono essere utilizzati dai soci, corsi di formazione e organizzazione di punti di vendita per i prodotti stessi.
In alcuni casi riesce a seguire tutta la catena del prodotto e ad arrivare sul mercato senza la necessità di ricorrere a intermediari. Infatti, uno dei problemi principali di queste comunità agricole, che costituiscono il 65% della popolazione rurale, è il trovarsi nella necessità di vendere i prodotti non finiti che vengono comprati a un prezzo molto basso, mentre il profitto viene fatto da un oligopolio, rappresentato dall’ 80% delle imprese che vendono con il marchio sul mercato. La yerba mate, coltivazione tipica per eccellenza in queste terre, rappresenta il caso che meglio riassume la situazione. La lunga fase di elaborazione della yerba, che prima deve essere seccata, poi sottoposta ad una prima macinatura quindi lasciata stagionare per almeno un anno, successivamente macinata più finemente e infine impacchettata, crea un problema di entrate per i piccoli coltivatori totalmente dipendenti da questo prodotto. Essi vendendo la yerba appena raccolta ricevono un prezzo infinitamente più basso dal valore della stessa yerba alla fine del processo: il loro problema è dover aspettare tanto tempo e investire nelle varie fasi dell’elaborazione. Anche se esiste una legge nazionale che prevede un meccanismo di compensazione durante questo periodo, non ci sono fondi per applicarla. Il progetto Titrayju permette a molti piccoli produttori di seguire l’intero processo e di arrivare a commercializzare il prodotto direttamente e posizionarlo sul mercato tramite la rete di economia alternativa.
Provincia di Corrientes
La provincia di Corrientes si trova a sud di Misiones e confina a nord col fiume Paraná, a ovest con il fiume Paraguay e ad est col fiume Uruguay. E’ una terra di tradizione “gaucha” dove nasce il ballo folklorico del “Chamamé”. Visitiamo una zona di lagune chiamata “Los Esteros del Ibera”, dichiarata Riserva Naturale nel 1983, che ospita una fauna estremamente diversificata: l’alligatore (detto Jacaré), il tapiro, scimmie e una grande varietà di uccelli. La quantità di fauna è tale che anche solo percorrendo con una piccola imbarcazione la laguna, si familiarizza rapidamente con gli animali che stanno sulle sponde di erba e pietra; gli specchi d’acqua, il tappeto dei fiori, il silenzio e il canto degli uccelli trasportano in una dimensione naturale assoluta. Le escursioni iniziano da un piccolissimo paesino chiamato Colonia Pellegrini dove si trova il centro di interpretazione e informazione della Riserva. Il personale della Riserva è costituito principalmente da persone del luogo che prima si dedicavano alla caccia e al contrabbando di animali protetti: con appositi programmi di formazione e riqualificazione sono adesso i migliori patrocinatori della Riserva. L’escursione principale si effettua con piccole imbarcazioni, preferibilmente al mattino presto o prima del tramonto. Dal Centro Interpretativo partono vari sentieri che introducono all’ecosistema del “monte”, boschi fitti su piccole colline che provocano un immediato cambio di vegetazionedove è possibile osservare le scimmie chiamate “carayá”.
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